Superbonus 110% FACILE

Il Progetto di CONFIMEA IMPRESE

Da alcuni mesi si parla di Superbonus 110%, proprio dal mese di Settembre
2020 ci sono notizie più chiare, anche se manca un vero e proprio quadro
dettagliato. Ci sono però alcune cose che sono molto chiare: Il Superbonus finanzia
solo alcuni lavori, solo alcune opere, solo alcuni materiali, non finanzia tutti i lavori !
Se hai pensato di ristrutturarti tutta Casa col Superbonus sei fuori strada quindi.
Cosa finanzia allora il Superbonus ? Esistono due categorie di interventi, adesso
useremo due paroloni ma non ti mettere paura, sono gli interventi trainanti e quelli
aggiuntivi cosiddetti trainati.
Gli interventi trainanti sono, l’isolamento delle pareti (il cappotto termico), la
sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale, su impianti centralizzati, su
edifici unifamiliari e plurifamiliari con impianti per il riscaldamento, raffreddamento
e fornitura di acqua calda sanitaria in pompa di calore.
Ci sono poi gli interventi antisismici, e quando fai questi interventi, anche questi
trainanti, puoi accedere al “Sismabonus 110%” (escluso per la zona sismica 4).
Tra gli interventi trainati, invece, ci sono i servizi di efficientamento energetico, la
sostituzione dei serramenti, schermature solari, collettori solari, sistemi di controllo
remoto per gli impianti, l’istallazione di impianti solari fotovoltaici e la realizzazione
di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.
Anche le demolizioni e ricostruzioni in chiave di risparmio energetico ovvero
antisismico sono oggetto di Superbonus.
Questo per grandi linee sono gli interventi finanziabili ! Per saperne di più ti consiglio
di consultare gli art. 119 e 121 del Decreto Rilancio.
Ma chi può chiedere il Superbonus ?
Se hai una categoria catastale A1 (abitazione signorile), A8 Villa e A9 Castelli e
Palazzi Storici, scordati il Superbonus; tutte le altre categorie catastali, “SI”, puoi
accedere al Superbonus, ma devi essere una “Persona fisica”, un “Condominio”, una
“Cooperativa di abitazione in proprietà”, una ”Associazione o Società Sportiva”
oppure un’”Organizzazione Non Lucrativa”.
Fin qui sono tutte cose Facili, ma quanti documenti occorrono per poter accedere al
superbonus, vediamo quelli principali:
Prima dell’inizio dei lavoro, serve il Permesso per costruire (Scia /Cila), la
dichiarazione che attesti la maturazione del bonus e il miglioramento delle 2 classi
energetiche.
Ed ancora serviranno l’ attestato di prestazione Energetica (Ape), Asseverazione
della documentazione rilasciata da un tecnico abilitato, Un Visto di conformità
rilasciato da un intermediario abilitato.
Ma in cosa consiste questo Superbonus 110% o Sismabonus 110%, è un “Credito di
Imposta” che potrai defalcare dalle tasse in 5 anni. Cioè se spendi 50.000 € per i tuoi
lavori potrai defalcare 55.000 € in 5 anni. Ma la rivoluzione di questo provvedimento
sta nel fatto che questo credito potrai anche cederlo; lo potrai cedere all’impresa
che fa i lavori, o meglio l’impresa che ti fa i lavori incasserà il tuo credito d’imposta;
oppure lo potrai cedere alla banca che ti finanzia i lavoro oppure alla compagnia
assicurativa. Grandi Aziende, Banche, Assicurazioni sono fortemente interessate ad
incassare quel “gap del 10%” che la normativa prevede.
Ma come muoversi in questo ginepraio di Ingegneri, Architetti, Commercialisti,
Aziende Impiantistiche, Imprese Edili, Banche, Assicurazioni.
Confimea Imprese ha messo a punto un progetto “Digitale”, su tutto il territorio
Nazionale, denominato “Progetto 110 Confimea”; il progetto si basa sulla creazione
di un elenco di Imprese, Professionisti, General Contractor denominati
“Partecipanti”, Associati alla Confimea, aventi particolari garanzie di qualità.
Attraverso questa banca dati gestita attraverso un CRM (Medea), sarà semplificata
la scelta dei Partner da coinvolgere nell’opera; si potranno ricercare le Imprese, i
Tecnici, gli Asseveratori, i Fornitori di materiali ed inoltre si potrà gestire tutto il
flusso della documentazione utile ai fini della realizzazione dell’opera e dell’accesso
al Superbonus.
Il progetto prevede inoltre l’opportunità, per i “Partecipanti”, di avvalersi di
strumenti di finanza agevolata(Anticipo su fatture emesse relative a SAL o
conclusione dei lavori) e di strumenti assicurativi (CAR, Polizza decennale postuma
RCT), e rapporti preferenziali col sistema bancario e assicurativo per la cessione del
credito.
Per poter partecipare al progetto ed usufruire di tutti i benefici i “Partecipanti”, cioè
le Imprese di Istallazioni e Costruzioni, le Aziende che si vogliono proporsi come
General Contractor, i Tecnici Professionisti, gli Asseveratori, i Fornitori di materiali,
dovranno:

  • Essere Associati ad ANACI-CONFIMEA;
  • Sottoscrivere apposite condizioni generali disciplinanti la partecipazione e
    l’esclusione dal progetto;
  • Fornire tutti i documenti richiesti per le due diligence da parte di Confimea in
    ordine ai requisiti minimi di serietà, trasparenza e solidità.
    Se quindi sei un Azienda che:
  • Si vuole proporre come General Contractor
  • Un’impresa di Istallazione Impianti o di Costruzioni Edili
  • Se sei un Ingegnere, Architetto, Perito industriale, Geometra, Commercialista,
    un Caf;
  • Se sei un Fornitore di materiali per Istallazione impianti ed edili in genere.
    Puoi semplificare e migliorare il tuo lavoro con il “Progetto 110 CONFIMEA”
    Potrai contattarci alla mail
    roma4@confimea.com
    oppure
    chiamando ai numeri
    3391743129 / 3271052194
    Ti potremo dare informazioni dettagliate sul “PROGETTO 110 CONFIMEA”
    La redazione di CONFIMEA Roma4

SORVEGLIANZA SANITARIA SUI LAVORI PIÙ A RISCHIO

Dal primo agosto non è più obbligatorio il servizio di sorveglianza sanitaria per i lavoratori maggiormente ritenuti a rischio, ma i dipendenti vanno ugualmente tutelati e che quindi una certa sorveglianza sanitaria verrà effettuata sui soggetti, dal datore di lavoro, ritenuti particolarmente fragili o a rischio.

I parametri che verranno elaborati e Trani i quali si decreterà se un determinato soggetto L rientra nella “lista” dei soggetti a rischio o fragili da dover attivare la misura di tutela e di sorveglianza sanitaria saranno l’età del dipendente, lo stato fisico in cui versa ed eventuali patologie dalle quali è affetto o soffre come per esempio: patologie oncologiche, cardiache, polmonari e respiratorie.

È anche di fondamentale importanza ciò che afferma la circolare citata nell’art 83 del Dl 34/2020, è cioè che il parametro d’età se conside9da solo e l’unico dei parametri elencati poc’anzi, non sarà considerato elemento sufficiente per procedere con le vie precauzionale o drastiche sempre elencate poc’anzi.

Se nel periodo emergenziale era doveroso da parte del datore di lavoro instaurare un contatto assiduo con il medico del lavoro oppure addirittura nominarne uno temporaneo d’urgenza in questo caso non sarà più obbligatorio tale rapporto, ma si dovrà fare in modo che il dipendente interessato possa recarsi dal medico del lavoro nominato dal datore di lavoro oppure presso le strutture pubbliche specializzate, per fare le dovute visite e prendere le dovute precauzioni.

In codesti casi il medico di competenza ed il datore di lavoro concorderanno nel permettere al lavoratore di lavorare (ove la tipologia di lavoro lo permetta) di operare in smart-working.

La semplificazione grazie alla digitalizzazione

Con il Ministro della Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano.
“La modernizzazione deve iniziare dalle pubbliche amministrazioni per ridurre sprechi e garantire più servizi ai cittadini”. Queste le parole proferite durante una breve conferenza nel mese di Luglio sulla digitalizzazione e sulle nuove tecnologie che permettono oggi azioni e processi complessi e tecnici anche per chi tecnico non è.

Grazie alla digitalizzazione per l’uomo è tutto più facile e più veloce, per esempio nell’ambito medico ed ospedaliero. Le nuove tecnologie rendono più fattibili, semplici, veloci alcuni tipi di interventi chirurgici, che a mano risulterebbero più complicati e lunghi.

Anche nell’ambito televisivo, cinematografico e musicale, certi effetti visivi e sonori non sarebbero possibili senza l’ausilio digitale.

L’Educazione nell’era digitale

L’Era Digitale è caratterizzata dall’uso diffuso, consapevole e critico delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I cittadini devono poter usare le tecnologie non solo per accedere a servizi sempre più efficienti, ma addirittura per creare applicazioni e oggetti utili per loro stessi o per la società.Il concetto di “era dell’informazione” è stato discusso per la prima volta in Age of Information: An Interdisciplinary Survey of Cybernetics da T. C. Helvey nel 1971, mentre quello di “rivoluzione informatica” in Information Revolution da Donald M. Lamberton nel 1974La digitalizzazione è la trasformazione di un segnale continuo nel tempo (ad esempio un suono) e/o nello spazio (ad esempio un’immagine) in un segnale discreto, mediante una conversione analogico-digitale. Una grandezza è analogica quando essa può assumere tra un valore e un altro tutti i valori intermedi, almeno per certi intervalli, mentre una grandezza digitale assume solo valori discreti, in cui la differenza minima tra un valore e l’altro non è mai inferiore a una determinata quantità.L’informazione assieme alla materia ed all’energia fa parte dei blocchi costitutivi dell’universo. L’informazione è anche il tema centrale delle nuove scienze, che emergono a partire dal 1940, e principalmente la definizione del campo di indagine della teoria dell’informazione ad opera di Claude E. Shannon e della cibernetica ad opera di Norberto Wiener nel 1948. Nel 1973, Daniel Bell sfidò l’approccio di Brenal con il suo testo L’avvento della società post-industriale, considerando la società come tendente a un’economia dei servizi, piuttosto che al successo del socialismo reale applicato nel blocco sovietico. L’approccio di Bell sembra a sua volta essere pieno di incongruenze. Il modello di Colin Clark (usato da Bell) non è applicabile alla New economy attuale perché il “terzo settore” risulta essere la rimanenza dei primi due. Lo scienziato britannico John Desmond Brenal, alla fine degli anni Trenta introdusse l’espressione «rivoluzione tecnica e scientifica» nel suo libro The Social Function of Science per descrivere il nuovo ruolo che la scienza e la tecnologia stavano venendo ad assumere.Il concetto di “era dell’informazione” è stato discusso per la prima volta in Age of Information: An Interdisciplinary Survey of Cybernetics da T. C. Helvey nel 1971, mentre quello di “rivoluzione informatica” in Information Revolution da Donald M. Lamberton nel 1974.L’Educazione nell’era digitaleL’Era Digitale è caratterizzata dall’uso diffuso, consapevole e critico delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I cittadini devono poter usare le tecnologie La digitalizzazione è la trasformazione di un segnale continuo nel tempo (ad esempio un suono) e/o nello spazio (ad esempio un’immagine) in un segnale discreto, mediante una conversione analogico-digitale, solo per accedere a servizi sempre più efficienti, ma addirittura per creare applicazioni e oggetti utili per loro stessi o per la società.

La Digitalizzazione ieri ed oggi

In elettronica e in informatica, l’operazione che traduce in forma digitale un segnale analogico. Con digitalizzazione si intende il processo di trasformazione di un’immagine, di un suono, di un documento in un formato digitale, interpretabile da un computer.

Il processo viene definito con termini tecnici “Approssimazione Digitale di un segnale Analogico”.

Per digitale, quindi si intende un codice binario in cui tutto è formato da combinazioni di 0 e 1. È digitale quindi un sistema o dispositivo che sfrutta segnali discreti per rappresentare e riprodurre segnali continui sotto forma di numeri o altri caratteri.

Ma vediamo le sue vere origini.

Negli anni 30 del secolo scorso si diffonde sempre di più tra la gente la voglia di ampliare le proprie conoscenze e di avvalersi di metodi più semplici e più diretti di quelli cartacei per accedervi, fu così che iniziò tra gli esperti della Scienza e dell’informatica una ricerca al metodo più efficiente, semplificando la selezione delle notizie in un mondo sommerso dalle informazioni.


Nacquero gli ipertesti, internet, il pc, i primi videogiochi Mode Arcade per Commodor 64 dopo qualche anno arrivò il chip per i primi computer per permettere la prima connessione ad internet. Il Bit diventò una rivoluzione. Inutile dire che i primi utilizzi del computer furono tenuti dai militari.


Furono questi ultimi che istituirono i primi videogiochi con la realtà virtuale, I videogiochi diventarono così uno strumento di sperimentazione di massa di tecniche di interazione uomo-macchina, che poi potranno essere riutilizzate in altri settori: dall’istruzione a distanza al commercio elettronico, per esempio.


Dopo la rivoluzione industriale venne quella delle telecomunicazioni e delle comunicazioni da lì tutti i metodi di messaggistica o di pubblicità che si possono vedere negli anni evolversi nell’ambito informatico digitale e tecnologico.

Linda Editing

Servizi di telecomunicazioni e fisco. Ecco tutti gli adempimenti

Tutte le regole fiscali, tra cui il regime Moss, per non sbagliare in materia di servizi T.T.E., cioè Telecomunicazione, teleradiodiffusione ed elettronici B2CLa Direttiva 2017/2455/UE ha introdotto dal primo gennaio 2019 nuove regole territoriali per i servizi di Telecomunicazione, teleradiodiffusione ed elettronici (T.T.E.) resi a “privati consumatori” (B2C), con la previsione di una soglia annua di 10.000 euro (al netto dell’IVA), nell’anno corrente e in quello precedente, per ciascun Stato membro al di sotto della quale l’operazione resta imponibile nello Stato membro del prestatore, anziché in quello del committente.

È prevista la facoltà del prestatore di optare per l’imponibilità nello Stato membro del committente, nel qual caso la scelta è vincolante per due anni, ed è possibile avvalersi del regime Moss.

Qualora avvenga il superamento della soglia in corso d’anno, il passaggio della tassazione dallo Stato membro del prestatore a quello del committente si verifica a partire dalla data in cui è avvenuto lo sforamento. In cosa consistono i servizi TTE L’Agenzia delle Entrate ha fornito con la C.M. n. 22/E/2016 una descrizione delle varie tipologie di servizi TTE (Telecomunicazione, Teleradiodiffusione ed Elettronici). In particolare, si considerano: servizi di telecomunicazione: i servizi di telefonia fissa e mobile, i servizi telefonici forniti attraverso internet (VOIP), i servizi di posta vocale, chiamata in attesa e simili, i servizi di radioavviso, di audiotext, l’accesso a Internet e al World Wide Web, ecc.; servizi di teleradiodiffusione: i servizi di fornitura al pubblico di contenuti audio e audiovisivi, come i programmi radiofonici o televisivi.

La peculiarità di tali servizi consiste nel rivolgersi al pubblico (anziché a singoli destinatari), nell’essere prestati da un fornitore di servizi media sotto la propria responsabilità editoriale e nell’essere destinati all’ascolto e alla visione simultanei da parte del pubblico servizi elettronici:

⫸ la fornitura di prodotti digitali (compresi i software); i siti internet e le pagine web, che supportano o veicolano la presenza di un soggetto sulla rete;

⫸ i servizi generati automaticamente da un computer in risposta a dati specifici immessi dal destinatario;

⫸ la concessione del diritto di mettere in vendita un bene o un servizio su un sito Internet che operi come mercato on-line; le offerte forfettarie di servizi Internet (accesso al web e servizi di informazione, gioco, accessi a dibattiti) e, più in generale, i servizi elencati nell’allegato I al Regolamento UE n. 282/2011.Individuare il luogo di stabilimento del destinatario, o il suo indirizzo permanente o ancora la sua residenza, non è certamente agevole: il legislatore ha quindi previsto delle presunzioni. In particolare, l’art. 24-ter, comma 1, lett. d), del Reg. UE 282/2011, prevede quanto segue: attraverso la sua linea terrestre fissa, si presume che il destinatario sia stabilito, abbia il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale nel luogo in cui è installata detta linea terrestre fissa; attraverso reti mobili, si presume che il luogo in cui il destinatario è stabilito, ha il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale sia il Paese identificato dal prefisso nazionale della carta SIM utilizzata per la ricezione di tali servizi; per i quali è necessario utilizzare un decodificatore o un analogo dispositivo o una scheda di ricezione e senza che sia usata una linea terrestre fissa, si presume che il destinatario sia stabilito, abbia il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale nel luogo in cui il decodificatore o l’analogo dispositivo è installato o, se questo non è noto, nel luogo in cui la scheda di ricezione è inviata al fine di essere ivi utilizzata; in circostanze diverse, si presume che il destinatario sia stabilito, abbia il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale nel luogo identificato come tale dal prestatore sulla base di due elementi di prova non contraddittori di seguito elencati: Indirizzo di fatturazione del destinatario; Indirizzo di protocollo internet (IP) del dispositivo utilizzato dal destinatario o qualsiasi metodo di geolocalizzazione; coordinate bancarie, come l’ubicazione del conto bancario utilizzato per il pagamento o l’indirizzo di fatturazione del destinatario in possesso di tale banca; prefisso del Paese (Mobile Country Code – MCC) dell’identità utente mobile internazionale (International Mobile Subscriber – IMSI) integrato nella carta SIM (Subscriber Indetity Module) utilizzata dal destinatario; ubicazione della linea terrestre fissa del destinatario attraverso il quale il servizio è prestato; altre informazioni commerciali pertinenti.

Per i servizi legati a circostanze diverse, si ritiene rilevante dal primo gennaio 2019 un solo elemento tra quelli sopra elencati, a condizione che il valore totale dei predetti servizi, al netto dell’IVA, nel singolo Stato membro di consumo non superi il limite di 100.000 euro nell’anno in corso e in quello precedente. La stessa C.M. 26.5.2016, n. 22/E ha chiarito che se i servizi T.T.E. sono prestati in luoghi quali cabine tele- foniche, postazioni Wi-Fi, Internet cafè, ecc. e la fruizione del servizio richieda la presenza fisica del destinatario in quel luogo, «si presume che il destinatario sia stabilito, abbia il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale nel luogo in questione e che il servizio sia effettivamente utilizzato e fruito in tale luogo».

Se invece il servizio viene eseguito su una nave, un aereo o un treno che effettuano trasporto passeggeri, il luogo di prestazione del servizio coincide con quello di partenza e, conseguentemente, il committente si considera ivi stabilito, domiciliato o residente.

Contributi a fondo perduto, ecco come fare domanda: la guida passo a passo

la procedura è inserita all’interno della piattaforma “Fatture e Corrispettivi” dedicata alla fatturazione elettronica.

Per chi però è poco avvezzo all’utilizzo dei sistemi dell’Agenzia delle Entrate il modo più semplice per accedere alla procedura è passare dalla home page dell’Agenzia che propone immediatamente l’accesso all’area tematica dedicata.

L’area tematica contiene riferimenti normativi e interpretativi nonché modello di istanza, istruzioni e guida predisposti dall’Agenzia.

Nella sezione “Accedi” sono presenti tre distinti collegamenti: il primo dedicato al contribuente o al legale rappresentante di società che voglia richiedere in proprio il contributo, mentre gli altri due sono riservati a intermediari (commercialisti e consulenti) delegati dal contribuente all’accesso al “Cassetto fiscale” o a “Fatture e Corrispettivi”.Vediamo come presentare domanda per il contributo a fondo perduto, misura prevista dall’articolo 25 del Decreto rilancio a sostegno alle imprese per l’emergenza sanitaria. Se dal punto di vista tecnico l’istituto è stato sviscerato in tutti i suoi aspetti, c’è ancora da vedere come gli aspetti tecnici si incastrino nella procedura di presentazione dell’istanza, che se da un lato è certamente veloce da completare, dall’altro comporta la necessità di dichiarare fatti e stati dalle rilevanti implicazioni, anche penali.

Ricordiamo che l’indebita percezione del contributo ha dirette sanzioni penali; e come sempre, l’ignoranza della norma non è una scusante. Ecco la guida con tutti gli step necessari per avanzare la richiesta.

Monete virtuali, dalla “rai” ai bitcoin: ecco perché un parallelo è possibile

Per la cronaca: ormai da molti decenni la moneta rai non è altro che una curiosità turistica, mentre la valuta ufficiale di Yap è diventata il dollaro USA.

Le criptovalute oggi sono una realtà importante, e lo resteranno ancora per molto tempo, ma non è certo che siano in grado di sostituire, o anche solo di affiancare le valute ufficiali.

Yap è una delle isole che compongono lo Stato federato della Micronesia. Si tratta di un gruppo di isole a nord di Papua Nuova Guinea e ad est delle Filippine. Si tratta di circa 600 isole, solo alcune abitate per una popolazione complessiva che supera di poco i centomila abitanti. Yap, con i suoi ottomila abitanti, non è certo una metropoli ma è piuttosto conosciuta per due ragioni.

^La prima è che nel suo mare vive la più numerosa colonia di mante giganti del mondo: per i subacquei è un paradiso e nelle sue acque limpide si immergono per ammirare le evoluzioni di questi giganteschi pesci. ^La seconda ragione per cui Yap è conosciuta è più prosaica.

Si tratta del modo con il quale avvenivano gli scambi fino ai primi del Novecento: gli yapesi usavano una moneta di pietra. Si trattava di un sistema di pagamento fondato su delle pietre di calcite scolpite in modo tondeggiante con un buco al centro per trasportarle. La “moneta di pietra”, chiamata rai, aveva dimensioni che andavano da qualche decina di centimetri e poco meno di tre metri di diametro!

Tanto più grandi erano le dimensioni della pietra rai tanto più essa aveva un valore. Ovviamente, per gli yapesi non era sufficiente procurarsi una pietra qualsiasi e sbozzarla grossolanamente: occorreva andarsi a prendere la calcite su un’altra isola distante 400 chilometri, affrontando il viaggio su fragili imbarcazioni e, una volta tornati su Yap, lavorare di martello e scalpello. Il peso e l’ingombro della pietra rai erano notevoli: se anche un abitante dell’isola avesse voluto comperare beni di basso prezzo avrebbe dovuto portare con sé diversi chili di “spicciole”! Ma gli yapesi sono gente pratica ed avevano trovato una soluzione efficiente: in genere, le pietre venivano collocate nel giardino di chi ne aveva la proprietà e lì restavano anche se servivano come pagamento di beni. In sostanza, tutti sapevano chi fosse proprietario di ogni pietra anche se non c’era alcun trasferimento fisico della moneta. A conferma della praticità del sistema escogitato dai geniali abitanti di Yap, si narra che una moneta precipitò in mare mentre veniva trasportata: un recupero sarebbe stato impossibile e comunque molto costoso, ma tutto sommato non sarebbe stata una buona idea: la pietra continuò ad essere usata come mezzo di scambio, battezzata come la “rai che si trova in fondo al mare”. Quanto sia vera questa leggenda non è possibile dimostrarlo, ma se non è vera è quanto meno verosimile ed illustra bene le caratteristiche di una circolazione monetaria di tipo “virtuale”. Il “colpevole” di tutto: Laszlo Hanyecz Torneremo presto a parlare della moneta rai. Ora però facciamo un vertiginoso salto temporale e spaziale: andiamo in Florida (USA). Siamo nel 2010, il 22 maggio. Quel giorno il programmatore Laszlo Hanyecz, su un sito che si occupava di criptovalute, offrì 10.000 bitcoin a chi gli avesse fatto recapitare due pizze. Un inglese accettò la proposta e fece recapitare a Laszo le due pizze, ricevendo in cambio i 10.000 bitcoin in pagamento. Al cambio dell’epoca quei 10.000 bitcoin valevano all’incirca 25 euro: un prezzo nel complesso adeguato. Oggi pagare due pizze con la stessa cifra vorrebbe dire pagare qualcosa come un paio di milioni di euro!

L’istruzione deve continuare, anche dopo il Covid-19

Le tre iniziative realizzate per le scuole del Lazio

Ce le spiega una dei 120 componenti dell’equipe formative territoriali.

“AL PUNTO GIUSTO, AL MOMENTO GIUSTO”

Siamo 120 docenti esperti ed appassionati di innovazione didattica, a disposizione di tutte le scuole della propria regione – nel mio caso, il Lazio – per garantire la diffusione del Piano Nazionale Scuola Digitale; con il coordinamento degli Uffici Scolastici Regionali, il nostro compito è quello di assicurare supporto e accompagnamento per tutto ciò che riguarda la sfida dell’innovazione scolastica in merito a percorsi formativi, ambienti digitali, sperimentazione di metodologie e di modelli organizzativi.

“FARE LA PROPRIA PARTE”

È stato ribadito in molte occasioni quanto l’accostamento dell’emergenza COVID con l’esperienza della guerra sia fuorviante, ma concedetemi una piccola licenza. Se già all’inizio dell’anno scolastico ritenevo che il nostro compito fosse una sfida entusiasmante ma complessa, con la chiusura improvvisa delle scuole, lo stesso compito si è trasformato in una “chiamata alle armi” per fronteggiare l’emergenza prima solo sanitaria, ma ben presto anche educativa.

Il concetto di “supporto” alle scuole, che sostanziava fino a poco prima il compito delle Equipe, improvvisamente mi suonava riduttivo: ora urgeva un vero e proprio pronto intervento.

Ecco dunque, le tre iniziative realizzate per le scuole della nostra regione, scelte tra tutte le altre perché lavorandoci ha avvertito che stavo partecipando a quell’incredibile insegnamento sul futuro citato da De Masi.

“NON METTIAMO IN QUARANTENA LA FANTASIA”

Secondo un calendario di lettura condiviso le classi partecipanti avrebbero letto storie, prodotto brevi testi, ispirati a “La grammatica della fantasia”, condivisi poi in rete dai docenti, con l’hashtag #RodariSocial. Avremmo partecipato anche noi dell’Equipe per commentare i messaggi dei bambini animando l’account ufficiale del gioco e interpretando coralmente uno degli indimenticabili personaggi del “Libro degli errori”: il Professor Grammaticus!

Tutto era pronto per partire, quando il caso ha voluto che l’inizio del gioco coincidesse con l’inizio del lockdown. Dopo un breve momento di incertezza, abbiamo scelto che avremmo proseguito, anche perché era proprio in un momento come quello, che ci sarebbe stato bisogno di storie fantastiche da condividere. Predisposto un kit didattico di supporto (che può essere richiesto tuttora via mail), abbiamo lanciato la sfida agli insegnanti: una sfida accolta da più di cinquanta di loro, che hanno scelto di non mettere in quarantena la FANTASIA.

Con l’augurio che tutto si risolva nel miglior modo possibile ed il prima possibile, non dobbiamo perderci d’animo e continuare ad istruirci ed a digitalizzarci.

La scuola è l’istruzione sono un bene prezioso da non perdere nella tempesta del covid

Una dei 120 componenti dell’equipe formative territoriali ci racconta la sua esperienza, durante e dopo il lockdown i suoi progetti e le sue riflessioni ripensando all’emergenza continuando ad insegnare facendo ognuno la propria parte.

Un vero e proprio “pronto intervento” concretizzato mettendo a disposizione tutte le nostre competenze e la precisa volontà di dare il nostro contributo, in un momento così difficile. Così tutti noi membri delle Equipe Formative Territoriali abbiamo fatto come il colibrì nella favola africana, che rispondeva “faccio la mia parte” a chi gli chiedeva cosa si illudesse di fare, versando sull’enorme incendio divampato nella foresta, quella piccola goccia d’acqua che portava nel becco.

Con lo stesso spirito, voglio raccontare alcune di queste gocce d’acqua che, insieme ai miei colleghi dell’Equipe Lazio, ho cercato di versare sull’incendio divampato nella scuola.
“Sono al posto giusto, al momento giusto”, mi sono detta quando ho capito che avremmo dovuto affrontare quello che il sociologo De Masi ha definito “il più grande insegnamento sul futuro che l’umanità potesse avere”.Siamo 120 docenti esperti ed appassionati di innovazione didattica, a disposizione di tutte le scuole della propria regione – nel mio caso, il Lazio – per garantire la diffusione del Piano Nazionale Scuola Digitale; con il coordinamento degli Uffici Scolastici Regionali, il nostro compito è quello di assicurare supporto e accompagnamento per tutto ciò che riguarda la sfida dell’innovazione scolastica in merito a percorsi formativi, ambienti digitali, sperimentazione di metodologie e di modelli organizzativi.